A news paper with the word news on it

Lavoro

Smart Working e Violenza di Genere: Tra Protocolli e Legge, il Lavoro come Ancora di Salvezza

Dott. Alessandro Cervellino

11/26/2025

Non solo flessibilità, ma strumento di protezione: ecco come il lavoro agile diventa un diritto prioritario per le donne che intraprendono un percorso di uscita dalla violenza. Un'analisi tra le nuove misure del settore bancario e il quadro normativo nazionale.

Il lavoro non è mai soltanto una questione di reddito. Per una donna vittima di violenza, il lavoro rappresenta spesso l'ultimo baluardo di contatto con la realtà esterna, l'unica finestra aperta su un mondo diverso da quello domestico abusante e, soprattutto, la chiave per l'autonomia economica necessaria per dire "basta". In questo scenario, lo Smart Working ha smesso di essere una semplice modalità organizzativa post-pandemica per trasformarsi in un vero e proprio strumento di tutela dell'incolumità fisica e psicologica.

La conferma dell'importanza strategica di questo strumento arriva dal recente rinnovo del Protocollo nel settore bancario, ma si innesta su un quadro legislativo che, negli ultimi anni, ha compiuto passi da gigante per tutelare le lavoratrici.

L'indipendenza economica come scudo

Per comprendere l'importanza dello smart working in questo contesto, bisogna partire dai dati. Come sottolineato da Ilaria Maria Dalla Riva, Presidente del Comitato per gli Affari Sindacali di ABI, nel nostro Paese esiste ancora un grave gap di autonomia: «solo il 30% delle donne ha un conto corrente e il 12% ha un conto cointestato».

La violenza economica è spesso l'anticamera o il corollario di quella fisica. Senza soldi propri, fuggire è impossibile. Mantenere il posto di lavoro diventa quindi un imperativo di sopravvivenza. Tuttavia, recarsi fisicamente in ufficio può essere pericoloso: il tragitto casa-lavoro è spesso il momento in cui la vittima è più esposta al pedinamento o all'aggressione da parte dell'ex partner. Qui entra in gioco il lavoro agile.

Il "Modello Banche": il nuovo Protocollo ABI

Il 26 novembre 2025, l'Associazione Bancaria Italiana (ABI) e i sindacati di settore (Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin) hanno siglato un accordo che segna un passo avanti concreto. Il protocollo, che rinnova e amplia l'impegno nato nel 2019, introduce misure specifiche per le donne inserite in percorsi di protezione certificati.

Tra le novità più rilevanti spicca proprio l'accesso strutturato allo smart working. La ratio della norma è duplice:

  1. Sicurezza: Consentire alla donna di lavorare da un luogo sicuro (una casa rifugio, l'abitazione di parenti, o una nuova residenza segreta) senza doversi esporre pubblicamente.

  2. Continuità Sociale: Come spiega Dalla Riva, l'obiettivo è consentire alle donne che vivono una condizione protetta «di poter continuare a fare parte della loro famiglia lavorativa, dopo avere perso quella affettiva, e di tenerle agganciate al mondo del lavoro».

Questa misura si affianca ad altre tutele finanziarie cruciali previste dal protocollo, come la sospensione del rimborso dei mutui e del credito al consumo fino a 18 mesi, pensata per evitare che la rata della casa diventi un'arma di ricatto.

La Normativa Nazionale: un diritto per tutte

Se il settore bancario fa da apripista con accordi specifici, è fondamentale sapere che la possibilità di richiedere lo smart working è un diritto tutelato dalla legge italiana per tutte le lavoratrici (del pubblico e del privato), indipendentemente dal settore di impiego.

Il legislatore è intervenuto per creare un sistema di tutele progressivo:

1. Il Congedo per le emergenze (D.Lgs. 80/2015)

L'art. 24 del Decreto Legislativo n. 80/2015 prevede il diritto per le lavoratrici inserite nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere (debitamente certificati dai servizi sociali del Comune, dai centri antiviolenza o dalle Case Rifugio) di astenersi dal lavoro per motivi connessi al percorso di protezione.

  • Durata: Massimo 90 giorni lavorativi (fruibili nell'arco di 3 anni).

  • Trattamento: Indennità pari all'ultima retribuzione.

Questo strumento serve per l'emergenza acuta (es. trasferimenti, udienze in tribunale, terapie mediche), ma comporta una sospensione dell'attività lavorativa.

2. Lo Smart Working come diritto di priorità (D.Lgs. 105/2022)

Per garantire la continuità lavorativa oltre i 90 giorni di congedo, interviene il Decreto Legislativo n. 105 del 30 giugno 2022 (c.d. Decreto Equilibrio vita-lavoro).

Questo provvedimento ha modificato la Legge 81/2017 (la legge quadro sul lavoro agile), stabilendo che i datori di lavoro, sia pubblici che privati, hanno l'obbligo di riconoscere priorità alle richieste di esecuzione del rapporto di lavoro in modalità agile formulate dalle lavoratrici inserite nei percorsi di protezione contro la violenza di genere.

Non si tratta quindi di una "concessione" benevola del datore di lavoro, ma di un canale preferenziale sancito dalla legge. Il rifiuto, salvo comprovate esigenze tecniche o organizzative che rendano impossibile la prestazione da remoto, può essere oggetto di contenzioso.

Verso un ampliamento delle tutele

Nonostante i passi avanti, restano dei nodi critici, soprattutto legati alla comproprietà dei debiti. Il protocollo ABI evidenzia un problema tecnico: spesso mutui e conti sono cointestati. Le banche si sono impegnate ad attivarsi presso il legislatore affinché le misure di sospensione del mutuo possano essere attivate dalla vittima «indipendentemente dalla volontà dei cointestatari».

L'auspicio, esplicitato nel documento delle banche, è che queste tutele non restino confinate a un singolo settore. La richiesta di modifiche legislative per i mutui e le quote di riserva nel collocamento obbligatorio «non riguarda solo le dipendenti delle banche ma tutte le categorie». L'obiettivo è coinvolgere altre organizzazioni per creare una rete di protezione universale.

Conclusioni

Lo smart working, nato come strumento di efficienza, ha assunto un valore sociale inestimabile. Per una donna vittima di violenza, poter accendere il computer da un luogo sicuro significa mantenere la propria dignità professionale e lo stipendio, due elementi indispensabili per ricostruirsi una vita libera. La combinazione tra la priorità di legge (D.Lgs 105/2022) e gli accordi integrativi (come quello ABI) rappresenta oggi la forma più avanzata di tutela lavorativa in Europa su questo fronte.

1. Vademecum: Cosa serve per fare la richiesta

Prima di inviare la lettera, la lavoratrice deve assicurarsi di avere "le carte in regola" per far scattare l'obbligo di priorità da parte dell'azienda. Ecco la lista di controllo:

  • La Certificazione del Percorso di Protezione È il documento fondamentale. Come specificato anche nel documento ABI, la lavoratrice deve essere «all'interno di un percorso certificato».

    • Chi la rilascia: I Servizi Sociali del Comune di residenza, i Centri Antiviolenza (CAV) o le Case Rifugio convenzionate.

    • Cosa deve contenere: Non servono i dettagli degli episodi di violenza (per privacy). Il documento deve attestare che la donna è stata presa in carico ed è inserita in un percorso di protezione. Deve indicare la data di inizio del percorso.

  • Verifica del Contratto Collettivo (CCNL) o Accordi Aziendali Se la lavoratrice è nel settore bancario, può citare esplicitamente il Protocollo ABI del 26 novembre 2025 , che prevede espressamente lo smart working come misura di tutela. Se appartiene ad altri settori, si appella alla legge nazionale.

  • Definizione delle Modalità Prima di scrivere, è utile avere chiaro cosa chiedere:

    • Smart working al 100% (Full Remote)?

    • Una formula mista (es. 3-4 giorni a casa)?

    • È importante che la richiesta sia compatibile con la mansione svolta.

2. Bozza di Lettera per la Richiesta di Smart Working

Questa bozza è pensata per essere formale e perentoria, citando i giusti articoli di legge per evitare che la richiesta venga respinta.

  • Le parti tra parentesi quadre [ ... ] vanno personalizzate.

  • La parte (Per settore bancario) è specifica per le dipendenti bancarie (da rimuovere se l'azienda è di un altro settore).

RACCOMANDATA A/R (o PEC) A: Spett.le Ufficio Risorse Umane / Direzione del Personale c.a.: Responsabile del Personale [Nome Azienda] [Indirizzo Azienda / Indirizzo PEC]

Oggetto: Richiesta di attivazione Lavoro Agile (Smart Working) con diritto di priorità ex D.Lgs. 105/2022.

La sottoscritta [Nome e Cognome], dipendente presso la Vostra azienda con la qualifica di [Tua Qualifica/Mansione], matricola n. [Numero Matricola],

PREMESSO CHE

  • La scrivente si trova nelle condizioni previste dall’art. 24 del D.Lgs. n. 80/2015, essendo inserita in un percorso di protezione debitamente certificato (come da documentazione allegata in busta chiusa e riservata);

  • Il D.Lgs. n. 105 del 30 giugno 2022 ha modificato la Legge n. 81/2017, stabilendo il diritto di priorità nell’accesso al lavoro agile per le lavoratrici inserite nei suddetti percorsi di protezione;

  • (Per settore bancario): Il recente Protocollo siglato tra ABI e le Organizzazioni Sindacali in data 26 novembre 2025 ribadisce l'impegno del settore a concedere lo smart working per consentire alle lavoratrici di "continuare a far parte della famiglia lavorativa" garantendo la loro sicurezza personale;

CHIEDE

Di poter svolgere la propria prestazione lavorativa in modalità agile (Smart Working) a decorrere dal [Data Inizio], secondo le seguenti modalità:

  • Frequenza: [Esempio: In modalità totale / Per n. 4 giorni a settimana / ecc.]

  • Luogo: Presso il proprio domicilio o altro luogo privato ritenuto sicuro dalla scrivente.

Si precisa che tale richiesta è motivata dalla necessità di tutelare la propria incolumità e riservatezza, nonché di conciliare i tempi di vita e di lavoro in questo delicato frangente, come garantito dall'ordinamento vigente.

Si allega alla presente:

  1. Certificazione attestante l’inserimento nel percorso di protezione (art. 24 D.Lgs. 80/2015).

Si richiede che la presente documentazione venga trattata con la massima riservatezza e nel rigoroso rispetto della normativa sulla Privacy (GDPR), limitando la conoscenza dei fatti esclusivamente al personale strettamente necessario alla gestione amministrativa della pratica.

In attesa di un Vostro gentile riscontro scritto, porgo cordiali saluti.

Luogo e Data, [Giorno/Mese/Anno]

Firma

Un consiglio operativo importante

Quando si consegna la certificazione (che attesta lo stato di vittima di violenza), è bene farlo in busta chiusa indirizzata esclusivamente al responsabile HR o consegnarla a mano chiedendo la massima discrezione. La legge sulla privacy è molto severa: i colleghi o i superiori diretti non sono tenuti a sapere il motivo specifico dello smart working, ma solo che ne hai diritto.

Consulta la guida interattiva